Comincia con lunedì 23 ottobre il secondo anno di governo della coalizione del destra-centro guidata da Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni presidente del Consiglio.
A margine di una missione in Medio-Oriente per dare il suo contributo (pacifista?) al fine di risolvere il conflitto israelo-palestinese, il presidente del Consiglio ha rilasciato, come suo solito, un video (che sostituisce la conferenza stampa, dove avrebbe dovuto fronteggiare anche delle domande, magari sulla sua situazione familiare? magari sulla Legge di Bilancio licenziata dal Consiglio dei Ministri? magari sul rinnovo del contratto del pubblico impiego?) per raccontarci la sua narrazione di un anno di vittorie e soddisfazioni.
Ora, al di là della retorica del nemico copiata dall’originale (Berlusconi che evocava il pericolo comunista anche quando i comunisti, ahimé, non c’erano più da tempo), ci sono diversi punti che meritano riflessione.
In primis è da notare che non ha affatto invertito la tendenza dei governi di centro-sinistra (ma quali? negli ultimi 2 su 3 c’erano anche i suoi attuali compagni di viaggio della Lega e di Forza Italia [Conte1 e Draghi]), giacché l’occupazione e la disoccupazione sono in trend rispettivamente positivo e negativo dal 2021 (ma qui andrebbe capito cosa si intende per occupazione, visto che basta una prestazione lavorativa anche di un giorno per entrare nel novero degli occupati).


Omette poi clamorosamente, ma comprensibilmente, di spiegare questa legge di bilancio che, come per il Governo Draghi, non presenta elementi di espansione economica, ma si basa unicamente sul consolidamento di bonus e mancette che non hanno nulla di estemporaneo e, per di più, si finanzia consegnando al bilancio dello Stato ben 17 miliardi di deficit.
Il PNRR inoltre è ancora in alto mare e lo stanziamento per il prossimo rinnovo dei contratti del pubblico impiego (già scaduti) non prevede formule di ristoro salariale tali da permettere il recupero del potere d’acquisto dei dipendenti statali.
Né si pensa alla riforma fiscale o alla riforma pensionistica, che pure è stato punto del programma elettorale suo e soprattutto della Lega (sotto la voce: abrogare la Fornero – qui si ipotizza di peggio, da quota 103, si passa a quota 104!).
L’ennesima operazione propagandistica, strombazzata dalle tv di stato e non, in chiave “elezioni europee”, vero banco di prova per tutte le destre sovraniste.
Lascio al bel tweet di Carlo Canepa (redattore della Pagella Politica) un’analisi più puntuale in 7 argomenti, aspettando il testo della Legge di Bilancio per vedere confermate le anticipazioni che circolano in questi giorni sui giornali.
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